Quello di oggi non è un articolo sportivo. Non parlo di basket e di atleti. Non parlo di metriche e di condivisioni social. Quella di oggi è una lettera triste per dare voce a quelli come me che nella cultura e nelle parole hanno fondato il loro lavoro.

L’essere umano non ha mai avuto tanti mezzi per accrescere il proprio sapere. Ai libri, la carta, quel profumo inconfondibile delle pagine stampate, si sono aggiunte tutte le meraviglie digitali. In 15 anni la nostra vita è stata riempita di input ed informazioni tali da non riuscire nemmeno a scegliere da dove iniziare. Ma ogni rivoluzione porta in se la parte oscura. Purtroppo l’uomo non si è evoluto al pari passo della divulgazione delle informazioni. Non è stato proporzionale l’accrescimento, e se ci sono Paesi illuminati con regole rigide riguardo il valore del lavoro dell’uomo, mi devo ricredere su quello che sta succedendo qui in Italia.

Non trovo le parole.

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“Premesso che si rende necessario per le esigenze di questa Direzione Centrale assicurarsi un supporto tecnico di alto contenuto specialistico nelle attività e nei processi finalizzati alla comunicazione e all’informazione pubblica istituzionale (…) Ritenuto di conferire detto incarico a giornalista iscritto all’elenco dei giornalisti professionisti con pluriennale e consolidata competenza nell’area istituzionale per lo svolgimento della complessa attività di comunicazione presso questa Direzione Centrale….

 

…non trovo le parole…

Non è una ripetizione. E’ un rafforzativo.

…non trovo le parole…

 

Così come non le ha trovate il mio collega che mi ha portato a conoscenza di questo che, in ogni caso, è di pubblico dominio. E suona ancora più offensivo, perchè una cosa di questo genere andrebbe nascosta, sussurrata, spacciata come si fa con qualcosa di illecito…non divulgata.

Quale esempio di cultura e di crescita possiamo dare noi ai nostri figli? Come possiamo esortarli a studiare, fare sacrifici, crescere culturalmente e dedicare il tempo alla lettura, all’informazione, al mestiere che a loro più affascina e rapisce la mente, il cuore e infiamma le loro passioni?

Come possiamo affiancarci al cospetto dei grandi Paesi che sul diritto al lavoro, sul giornalismo e sulla libertà di stampa hanno fondato le loro basi? Come possiamo essere credibili…?

 

La verità è una sola.

Se c’è la domanda vuol dire che c’è l’offerta.

Se ci sono proposte di questo genere è perché esistono candidati.

Quelli come me hanno già perso.

 

Articolo 36 della Costituzione Italiana:

“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”

 

Il bando integrale lo trovate qui

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