Il tempo per la cultura nella visione digitale della vita -

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Mi rendo conto, talvolta, di essere distante e più rallentata rispetto al vortice di news e novità che web e social sfornano senza sosta. Ho tanti colleghi che sono in affanno, amici che avverto essere schiacciati dal peso dell’essere presenti ad ogni costo e senza perdere un colpo.

La pressione e la competizione è talmente alta che si perde l’essenza di quello che è solo uno strumento che dovremmo modellare secondo le nostre necessità. Ho vissuto sulla mia pelle tanti di questi momenti e sono stata anche aspramente criticata per non essere social come dovrei. Purtroppo, cari miei colleghi e non, la logica del nostro lavoro di comunicatori è dominata dai numeri.

Spesso la qualità lascia il passo alla quantità e nulla c’è di più sbagliato affinché le prossime generazioni escano impoverite culturalmente da questi giochi digitali.

Diciamo che termini come Vanity Metrics e App come Sarahah ci delineano esattamente le strade da non percorrere. Io investo sulla qualità. Ho una passione grande per la lettura e per lo studio ed ho bisogno di tempo da dedicare a questo. Voglio insegnare ai miei e ai vostri figli che leggere un libro sfogliandone le pagine, ha bisogno di tempo e di dedizione, di un tempo lungo e curato, di un tempo senza notifiche e avvisi.

Il web e i social ci devono aiutare a coltivare la scoperta di nuovi mondi, di nuovi modi di comunicare senza mai perdere di vista il nostro obiettivo primario: accrescere la nostra cultura.

E la cultura digitale? Non è altro che la trasposizione della sostanza di quello che impariamo al servizio delle conversazioni e delle connessioni. La portata del mondo dei social ci deve consentire di diffondere idee nuove e non di copiare ed incollare concetti ripresi superficialmente da chiunque, anche da chi non ha la conoscenza approfondita della sua materia e non ha la competenza effettiva e reale di un argomento.

Per questo, oggi, scrivendo il mio post settimanale, voglio dedicare il mio pensiero a tutte quelle persone che fanno sostanza nel mio mondo digitale: Monia Taglienti, una persona vera, ricca e vitale, la sola con la quale riesco a discutere, confrontarmi e comprendere, attraverso sue interminabili ostinazioni culturali; Cristiano Carriero che ha saputo esternare la sua fragilità nonostante il dolore, facendone la sua forza personale nell’accettazione del web come sfera comunicativa essenziale ma complementare rispetto alla vita, senza mai far prendere il sopravvento al mezzo, rendendo reversibili anche taluni processi di sperimentazione intrapresi perché fuorvianti rispetto al suo metodo di comunicare; Maria Grazia Rosati che usa i social rispettando i tempi della vita del piccolo Matteo senza dimenticare la loro utilità e l’affascinante trasporto che generano verso gli altri; Federica De Stefani che mette al servizio del mondo digitale la sua grande competenza legale cercando di sollevare il dubbio su cosa sia giusto e sbagliato non solo per noi adulti ma anche per i nostri figli; Francesco Ambrosino che sta lentamente ritrovando se stesso attraverso una vacanza liberatoria che lo rende più uomo e più libero perché, caro zio, #chissenefrega di quello che dice la gente, la vita è la tua e quello che noi abbiamo di più prezioso è la libertà; Giulia Bezzi che è una donna tra umano e bionico e mi sta insegnando che il tutto e subito non esiste e che si può vivere, fare la mamma, lavorare, amare, godersi la vita ed i successi anche senza affannarsi, incastrando i tempi e attingendo benzina proprio dalle nostre insicurezze; Simone Bennati, tanto odiato e tanto adorato ma se dovessi scegliere un uomo, uno solo che salva se stesso con autoironia dalle logiche di questo mondo, quest’uomo è lui. Naturalmente ce ne sarebbero tantissimi, ma questa è la mia compilation personale dell’estate ed ho deciso che deve essere così perché nessuno può dirci cosa scrivere e cosa non scrivere se non noi stessi.

Ora scusate, vi lascio perchè devo andare a trovare mia zia ottantasettenne, professoressa di lettere antiche, colei che per la prima volta mi ha messo una penna in mano e mi ha insegnato ad amare Catullo: lei legge ancora 2 libri a settimana e Internet lo vorrebbe usare per andare virtualmente in tutti quei posti dove non è mai stata! Quando siamo insieme parliamo di storia, dell’ultimo libro che ha letto ed ora, diligentemente, sta leggendo il mio e, capitolo dopo capitolo, mi chiede il significato di tutti i termini che incontra, usando le metafore per interpretarli e comprenderli meglio.

Questo è un esempio per i nostri figli: zia Lisetta non ha un profilo twitter con 20.000 followers ma è un influencer di prim’ordine nel campo della cultura, quella vera!