La Coppa Korac a Rieti e la comunicazione anni 80 -

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Alberto Scodavolpe in una foto d'epoca

Alberto Scodavolpe in una foto d’epoca

Parallelismi e sottolineature della comunicazione ai tempi della Coppa Korac della Arrigoni Rieti. L’assenza di copertura dei media istituzionali ed il giornalismo di provincia. Una chiacchierata sotto l’ombrellone con Alberto Scodavolpe.

26 marzo 1980. Sembra passato un secolo se pensiamo alla comunicazione prima, durante e dopo un evento così importante. La Coppa Korac a Rieti, un comune che ora conta 47.000 abitanti, regalò una notorietà nel basket alla città dell’alto Lazio che si sarebbe protratta nel tempo. Ma allora i social non c’erano. Non c’era Internet. Non c’erano smartphone e tablet. Oggi un evento del genere avrebbe avuto una risonanza incredibile sul sito istituzionale della Società, sulla FanPage di Facebook e sui social collegati: foto caricate su Instagram, playbyplay su Twitter e magari un collegamento in streaming attraverso Periscope.

Purtroppo il tempo non era ancora compiuto affinchè tale portata mediatica potesse investire l’evento, tanto che la RAI non coprì l’incontro né in diretta né in differita, pur provvedendo a registrare la gara, ma conservandone nascosta la copia nei suoi archivi per anni. La grande risorsa fu la presenza di una troupe reatina, quella di Tele Radio Sabina 2000. Quasi una premonizione di quello che sarebbe stato entro 10 anni: il decentramento del potere mediatico dagli organi istituzionali d’informazione alle realtà locali, presenti sul territorio e sensibili agli eventi, anche fuori provincia, che coinvolgessero la comunità sportiva d’appartenenza. I precursori del Citizen Journalism, gli albori di un giornalismo crossmediale che avrebbe avuto, da li a 20 anni, la sua culla naturale nel web 2.0.

I media ignorarono l’evento ed anche la stampa venne rappresentata solo dalla presenza di Mario Arceri del Corriere dello Sport ed Enrico Campana della Gazzetta dello Sport oltre a qualche giornalista laziale di buona volontà e di grande passione.

Il 26 Marzo al Boule d’Or di Liegi, in Belgio c’era anche Alberto Scodavolpe, classe 1955, (papà di Dario che ha vestito la maglia della NPC Rieti per due stagioni dal 2012 al 2014). Incontro Alberto sotto l’ombrellone dello stabilimento in cui si ritrovano tutti i cestisti pontini: il Kusi Beach.

Alberto oggi esistono i gruppi su facebook, whatsapp e gli smartphone…come comunicavate tra voi giocatori e con il vostro seguito?

“Era tutto diverso. Tra di noi si usava il passaparola, ci si davano appuntamenti per gli eventi, per gli allenamenti, si curavano più le amicizie. In definitiva c’erano più rapporti personali tanto che molte di queste amicizie me le sono portate dietro nel tempo”

Cosa ricordi della gara giocata in Belgio? Che percezione avevate avuto rispetto all’impresa?

“Abbiamo giocato la gara contro il Cibona Zagabria come se fosse stata una partita abbastanza ordinaria. Sul posto la vittoria fu festeggiata con entusiasmo ma ci accorgemmo della grandezza dell’impresa solo al ritorno: la città di Rieti ci accolse con una manifestazione d’affetto e brindisi vari che durarono ben tre giorni”

Oggi molti dei 100 tifosi al seguito avrebbero postato le foto fatte con smartphone e tablet sui loro profili social. Invece, durante la gara, furono utilizzate le macchine fotografiche dell’epoca e venne realizzato il filmato della rete locale al seguito, Tele Radio Sabina 2000, che per le varie duplicazioni via via cominciò a risultare sempre più sfocato. Molto tempo dopo venne ritrovata la registrazione RAI dell’incontro (che potete visualizzare in parte QUI). Altro che Youtube!

Oltre alla preziosa memoria di Alberto Scodavolpe, è stato possibile realizzare il racconto di questo articolo grazie agli spunti, la storia e le foto tratte dal sito www.basketrieti.com

 

Articolo pubblicato su www.basketinside.com