Eva contro Eva: le contraddizioni dell'universo femminile -

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Ho imparato, con l’età, a metabolizzare gli eventi. Li assimilo al pari di un boccone che non posso buttar giù come una pastiglia. Sono momenti, frammenti di questa vita digitale, che mettono in discussione le certezze che noi donne abbiamo conquistato attraverso la storia. 

 

Ho due figlie femmine a cui ho trasmesso un imperativo: La tua libertà termina quando inizia la libertà dell’altro.

 

È una frase impersonale, che non si riferisce a nessun genere, ma dovrebbe avere ancora più significato all’interno della vita delle donne.
 Da poco ho finito di leggere le “Storie della Buona Notte per Bambine Ribelli”, quel libro meraviglioso che ho assaporato la sera, racconto dopo racconto, assieme alla mia piccola, prima di spegnere la luce. Ci sono storie conosciute e a me tanto care come quella di Alfonsina la prima donna a correre il Giro d’Italia, accanto a Girardengo e Bottecchia, oppure quella di Astrid la scrittrice, mamma del personaggio Pippi Calzelunghe, a me assai caro. C’è la storia di Hilary, grande donna politica americana, criticata per tutto: la pettinatura, la voce, i vestiti. La storia di Jessica e del suo giro del mondo a soli 16 anni con una barca rosa

 

e quella di Joan Jett che amava il rock’n’roll e che mise insieme il gruppo della Runaways a soli 15 anni, esibendosi, negli anni 70, lei vestita di pelle e Cherie Currie solo con la lingerie addosso: vivevano per la musica ed erano spiriti liberi e selvaggi.

 

Le Runaways (letteralmente le scappate di casa) furono il primo gruppo rock interamente al femminile, “formato nel 1975 a Los Angeles per volere di una sfacciata e ancora giovanissima Joan Jett e di Kim Fowley, una di quelle persone capaci di trasformare un sogno in realtà. La band era composta da cinque ragazze, tutte minorenni, che, in buona parte, dovevano ancora imparare a suonare.” (cit. lezpop.it)

Potrei continuare ma le storie erano 100 e non mi basterebbe un articolo solo per descrivere la potenza di questo libro e le emozioni che ha trasmesso in me e nella mia piccola, sfogliandone le pagine.
Per questo motivo, in questi giorni, mi chiedo il perché di tante cose, di tanti pregiudizi, di tanti commenti, di tanti atteggiamenti di donne contro donne. Noi che lottiamo da una vita affinché la libertà di genere non sia l’espressione del femminismo perché la verità è che non esiste nessuna grande donna che non abbia accanto un grande uomo e viceversa, ci ritroviamo ad osservare

 

giudizi su donne colte, libere ed anticonformiste che hanno deciso di fare come Cherie e salire sul palco per esprimere la conquista della consapevolezza di essere donna al 100%, corpo e anima, accettandosi in tutti i propri difetti, indossando un succinto costume da bagno che in spiaggia verrebbe ignorato.

 

Nel nostro mondo digitale, purtroppo, mi aspetto che le menti più superficiali possano giudicare senza approfondire, decontestualizzando le immagini dai contenuti.

 

Non me lo aspetto da chi ha una profonda cultura radicata nei problemi delle donne e soprattutto è una donna.
Non me lo aspetto da chi condivide le conquiste del mondo femminile.
Non me lo aspetto da chi porta sulla propria pelle la lotta solitaria di crescere un figlio.
Non me lo aspetto da chi difende a spada tratta la ricchezza interiore al cospetto della superficiale esteriorità.

 

E siccome non me lo aspetto mi viene da pensare che tutte queste donne, in lotta contro se stesse più che contro le altre, non abbiano ben capito cosa voglia dire essere libere.

 

Loro stesse sono ancora incatenate in queste gabbie
di conformismo
di paura
di inferiorità
di provincialità
di aridità
…e di mancanza di coraggio nel trovare tutta la forza che hanno dentro e piegare le sbarre che le tengono prigioniere.

 

E soffro per loro, mi rattristo perché le vorrei fuori da questa meschina prigione, forse con sogni folli, ma libere.

Dedico questo mio articolo a Giulia Bezzi, Salvatore Russo, Samantha Schloss  e tutte le donne che stanno condividendo il cammino de Le Rosa.

(L’immagine di Cherie Currie è tratta dal dailymail.co.uk – il link dell’articolo originale è raggiungibile dalla foto stessa.)