Io ed Enrico Gilardi a Tor Vergata - maggio 2014

Io ed Enrico Gilardi a Tor Vergata – maggio 2014

Incontro Enrico Gilardi, cestista italiano, campione olimpico anni ‘80, insieme ai miei colleghi di Tor Vergata. “Gil” è stato uno dei “prototipi della guardia moderna”, definito così da Dan Peterson, identificando nell’altezza, nella grande propensione al tiro e nei grandi mezzi atletici le caratteristiche di questo campione italiano, legato all’ambiente romano per più di 15 anni.

Si presta a quest’incontro informale con un sorriso sereno. Si dedica da qualche anno al progetto degli ATG, (Addestramento Tecnico Giovanile) attraverso il quale segue alcune annate di giovani cestisti, completando la loro formazione tecnica sui fondamentali, l’approccio mentale e psicologico dell’atleta nel gruppo e tenendo sotto osservazione diversi prospetti ogni anno. Enrico ha una visione globale della pallacanestro ed investe tempo e risorse anche per integrare, in questa formazione continua, le figure degli allenatori e degli arbitri.

Enrico, tu hai vissuto una pallacanestro diversa da quella di oggi. Vestendo la maglia giallorossa per quasi 10 anni, quale messaggio vuoi trasmettere ai giovani atleti? Attaccamento alla maglia o Adattamento al cambiamento?

A dispetto del nuovo modo di vivere e lavorare nel basket, fatto di mobilità continua, l’attaccamento alla maglia è il segreto della forza vincente di un gruppo : riconoscersi, avere un obiettivo comune, soffrire e gioire insieme, fare squadra.

Diciamo sempre che “La Pallacanestro Italiana” è cosa ben diversa dal Basket Americano. Perchè i ragazzi oggi crescono con il mito della NBA?

“viviamo in una società in cui i nuovi media svolgono un compito fondamentale nella comunicazione, in special modo quella sportiva, e quelle che giungono agli occhi dei ragazzi, sono le grandi imprese e lo spettacolo dei campionati americani. Teniamo conto poi che le squadre di Serie A sono composte da molti atleti di colore. Questo ha una presa incredibile sui giovani atleti”

Come si integra il progetto degi ATG nel panorama cestistico italiano?

“In questa grande risorsa che è rappresentata dai settori giovanili di basket italiano, c’è la necessità di riuscire a valutare e far crescere il patrimonio delle scuole di basket, compiendo un’azione capillare sul territorio. La cultura della “Pallacanestro Italiana”, fatta di tecnica, cura dei fondamentali e della abitudine allo spirito di gruppo, trova nel progetto ATG la sua ragion d’essere accogliendo, nella sua essenza, anche la formazione dei tecnici, degli arbitri e delle figure legate al basket giovanile.

Cosa vuoi trasmettere ai cestisti di domani, attraverso questo bellissimo progetto?

“Partendo dal presupposto che il progetto è il punto di partenza e non il punto d’arrivo, questi incontri sono, a volte, faticosi. Gli atleti ed i tecnici delle Società più distanti devono affrontare spostamenti impegnativi a fronte di un paio d’ore di allenamento. Passione, costanza, serietà e grande spirito di squadra, possono gettare le basi per i campioni di domani. Noi, con le nostre risorse, monitoriamo ed incoraggiamo le scuole ed i ragazzi ad impegnarsi nel lavoro d’allenamento, seguirci e crescere con noi. Loro non devono mai smettere di credere in loro stessi e nei loro sogni.”

Un’ultima domanda prima di lasciarti: i ragazzi che incontri nei raduni sanno chi sei?

(sorride…) “spesso no. lo apprendono, a volte, per caso. Ma non è mio compito diffondere la mia figura e le imprese legate ad essa. Io ho scelto di dedicarmi ad un progetto per la conservazione, il miglioramento e la crescita dei giovani nella Pallacanestro Italiana. Allo stesso modo ci dovrebbe essere una preparazione “culturale” da parte delle Società Giovanili verso gli atleti, che permetta loro di conoscere le basi e la storia recente delle grandi vittorie del passato cestistico azzurro.”

Non possiamo che dire grazie a “Gil” per quello che la sua figura ha rappresentato per Roma, per il Lazio e per l’Italia tutta. Riconoscere ed accogliere i preziosi consigli di vita e di basket da una tale figura è un privilegio per chi vive le passioni ed i sogni dei giovani atleti, ogni giorno.

CHI E’ ENRICO GILARDI

Enrico Gilardi, classe 1957, ha disputato 160 gare in maglia azzurra e realizzato 1070 punti. Medaglia d’oro agli Europei 1983 di Francia e Medaglia di Bronzo agli Europei di Germania nel 1985 e Medaglia d’Argento a Mosca nel 1980.

Con la Virtus Roma ha conquistato uno scudetto, una coppa campioni, una coppa Korac

una coppa Intercontinentale. Responsabile tecnico della rappresentativa del Lazio nel Trofeo delle Regioni, è il padre del progetto ATG.

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