Sport e cultura. I libri sullo sport come strumento trasversale in classe -

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Sport e cultura. I libri sullo sport come strumento trasversale in classe

In una delle community culturali che sono solita frequentare, abbiamo affrontato il tema di come avvicinare i ragazzi alla cultura e alle materie che sono importanti per la comprensione del nostro passato e del nostro territorio, come la storia e la geografia. Dopo aver discusso su diversi esempi, sono stata chiamata in causa sul modo in cui, un libro sullo sport, possa affascinare ed essere trasversale rispetto alle altre materie affrontate in aula. Tutto è partito dall’esperienza di una collega insegnante che, nella scuola secondaria di primo grado (la scuola media inferiore) ha coinvolto i suoi studenti nella lettura di un testo sulla vita di Gino Bartali. 


“Lo scorso anno, in occasione della shoah ho raccontato loro la storia di Gino Bartali, in classe abbiamo letto diversi stralci de La corsa giustae si sono letteralmente appassionati TUTTI”

(Prof. Marilena Margarini)

Studiamo la storia e la geografia del nostro Paese attraverso i libri sul ciclismo

Raccontare le storie sul ciclismo e utilizzare i testi in maniera trasversale, consente di fare un excursus storico/geografico interessante. Questa caratteristica è propria di questo sport che è fortemente rappresentativo del nostro territorio e racconta di uomini che vennero coinvolti in prima persona come appunto lo fu il Ginettaccio. In un articolo precedente vi ho già raccontato di come Bartali fu emissario tra le due Curie di Firenze e Perugia, trasportando carteggi e documenti segreti nel tubolare della sua bici, in pieno periodo bellico.

Così, dietro le gesta dei grandi campioni, si delinea il paesaggio e il momento storico nel quale gli stessi erano calati. Parliamo di uno sport, il ciclismo, che raffigurava la visione di libertà del popolo italiano, oppresso dalla guerra e dalla fame. Non a caso le vittorie sportive sulle due ruote, furono anche espressione di gioia incontenibile da parte di un pubblico povero, disseminato sui bordi di strade polverose, che proiettava nelle imprese di uomini come Gino Bartali e Fausto Coppi, il proprio desiderio di rinascita e di ritorno a una vita lontana dalla guerra.

Lo spaccato dell’Italia di inizio secolo quando ci si vestiva a festa per l’Airone

Nel momento in cui vi sto scrivendo è l’anniversario della morte di Fausto Coppi, l’airone. Tra le tante foto che sono state pubblicate online mi ha colpito una in particolare, commentata da Giancarlo Brocci: nella foto, Fausto Coppi alle prese con una salita e attorno a lui 3 uomini vestiti con l’abito della domenica. Si faceva festa al ciclismo come fosse la Messa della domenica. Si accoglievano i ciclisti eroici vestiti a festa. Nessuno sport come il ciclismo è stato ed è capace di raccontare la storia e il territorio.

Prendiamo il Giro d’Italia, che si afferma essere la manifestazione di esaltazione della nostra Patria, il documentario storico/geografico dello stivale. Lo sport diventa un mezzo per scoprire una geografia variegata e dinamica e riesce a unire le regioni dello stesso paese, attraverso la passione sportiva.


“Uno stadio, un palazzetto dello sport, una piscina, un campo da rugby hanno delle misure precise. Il ciclismo, soprattutto quello delle grandi classiche e delle corse a tappe, 180, 200, 220 km. Ma non è tanto la lunghezza: è quello che trovi lungo la strada.”

(Gianni Mura)

Così, da Milano a Palermo, da Napoli a Venezia, l’Italia tutta viene attraversata e raccontata attraverso le immagini e le parole dei giornalisti, scrittori, fotografi che ricamano linee descrittive sempre più ricche di dettagli e di approfondimenti. Di libri da leggere sul tema ce ne sono molti. Io ho scelto di aiutare la collega indicandole un testo che, secondo me, risponde a questa esigenza di trasversalità: Ho fatto un Giro di Gino Cervi pubblicato dal Touring Club Italiano. Il testo è calato nei nostri giorni e racconta un Paese che si affaccia alla speranza di rinascita questa volta non dopo una guerra ma dopo (o durante) una pandemia. I paesaggi, le abitudini, le usanze, i monumenti di questa Italia, fanno da cornice alla Corsa Rosa che parte, passa e arriva.

“Ottobre 2020: questo Giro d’Italia è stato il Giro dell’incertezza e dell’inquietudine, per ciò che era accaduto e per quello che sarebbe potuto ancora accadere. I luoghi e le storie ci sono venuti incontro e ci hanno raccontato un’Italia, forse cambiata o forse no, che nonostante tutto continua ad aspettare il Giro che parte, che passa, che arriva.” (Gino Cervi)

La scuola e la didattica da riscrivere attraverso lo sport

Attraverso queste testimonianze, io credo si possano adottare nei percorsi didattici, i libri che parlano di sport, nell’ottica di coinvolgere i ragazzi alla riscoperta dei territori e delle loro storie, affrontando una disciplina che affascina e coinvolge anche i giovanissimi. Così si parla di sport, ma si parla anche di storia e di geografia.

Ora non dobbiamo fare altro che cercare tutti quei libri che possono essere utili a questo scopo. Mi aiutate?


Questo pezzo è tratto dalla mia newsletter #OnWriting su LinkedIn.

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